Criteri di scelta di un PLC

Criteri di scelta di un PLC

Criteri di scelta di un PLC

L’individuazione del sistema di controllo più appropriato per una determinata esigenza di automazione deve tener conto di un insieme di fattori legati alle condizioni ambientali, al numero degli automatismi da realizzare, alla natura dei segnali trattati, al tipo di elaborazione delle informazioni ed alla natura degli azionamenti.

Una volta individuata l’opportunità di orientarsi verso una soluzione con PLC, si presenta il problema di scegliere un PLC fra i numerosissimi modelli offerti dal mercato.

Base indispensabile per una scelta corretta è la conoscenza dei propri bisogni contingenti e della politica di evoluzione tecnologica che s’intende seguire.

Criteri funzionali

I criteri funzionali caratterizzano la natura dei compiti che un PLC è in grado di svolgere, ovvero la sua capacità e complessità.

La capacità definisce, in termini quantitativi, le reali possibilità di gestione del PLC e quindi il numero di: 

  • ingressi e uscite binari ON/OFF;
  • ingressi e uscite analogiche;
  • moduli “intelligenti” per interfacciare dispositivi particolari di ingresso e uscita (esempio: per l’ingresso, rilevazioni di informazioni da Encoder; per l’uscita, gestione di motori servocontrollati; per entrambe, interfacciamento con sistemi di identificazione prodotto);
  • interfacce (e relative caratteristiche) per la comunicazione con il mondo esterno;
  • interfacce per il dialogo dei telai remoti;
  • interfacce per il dialogo con le reti di comunicazione. 

A questi dati s’aggiunge la capacità di memoria utente del PLC.

La complessità funzionale di un PLC definisce qualitativamente il tipo di elaborazione che la CPU è in grado di svolgere, in termini di set di istruzioni, e precisamente: 

  • funzioni combinatorie;
  • funzioni sequenziali;
  • temporizzazioni e relativi livelli di risoluzione (al secondo, al decimo di secondo, ecc.);
  • funzioni logiche su parole;
  • funzioni aritmetiche (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, radice quadrata e funzioni trigonometriche);
  • funzioni relative al movimento e al confronto dei dati;
  • funzioni di transcodifica, da un tipo di codice ad un altro;
  • elaborazione alfanumerica, per il dialogo con le periferiche;
  • funzioni P.I.D. (proporzionali, integrative, derivative), ad esempio per la gestione di dispositivi servocontrollati.

Oltre a queste funzioni va tenuta presente quella, essenziale, della velocità di esecuzione delle elaborazioni (tempo di scansione). 

Criteri Tecnologici

I criteri tecnologici consentono di appurare la compatibilità del PLC con il contesto tecnologico d’impiego. Essi riguardano: 

  • l’adattabilità dei trasduttori (elettromeccanici e/o elettronici) all’ambiente di lavoro ed alla tipologia di connessione elettrica sugli ingressi del PLC;
  • le prestazioni delle uscite (tensione, corrente, affidabilità, livello di protezione, ecc.) e la loro struttura fisica (a relè o elettroniche);
  • l’individuabilità e accessibilità delle morsettiere (per il collegamento dei dispositivi);
  • il tipo di memorie che il Costruttore permette di utilizzare (RAM R/W, UVPROM, EEPROM, NVRAM). 

Criteri Operativi

Operatività di un PLC riguarda l’insieme delle sue procedure di programmazione, messa in funzione, conduzione e manutenzione.

La scelta del PLC deve orientarsi su apparecchiature che agevolino il compito di chi, a diverso titolo ed in momenti differenti, vi si interfaccia. E ciò che oggi è valido, stante il rapido sviluppo tecnologico del settore, non lo sarà probabilmente più in un futuro non troppo lontano.

Importante è perciò che il PLC sia adattabile, espandibile e aggiornabile nel tempo.

Nell’operatività sul campo rivestono una grande importanza le prestazioni del terminale di programmazione e le caratteristiche del software che consente il dialogo uomo-macchina.

L’approccio dei tecnici addetti viene facilitato enormemente dalla qualità della documentazione tecnica e operativa messa a disposizione dal Costruttore del PLC.

 Criteri Economici

I criteri economici riguardano il costo vivo del PLC, messo però in rapporto alla funzionalità della sua applicazione ad un determinato sistema di automazione.

In altre parole: la valutazione del costo di un PLC non si limita al prezzo dell’apparecchiatura, ma comprende i costi indiretti delle parti di ricambio, delle caratteristiche dell’assistenza (tempestività e professionalità), della struttura del pacchetto software per il dialogo uomo – macchina, delle caratteristiche tecniche e della tipologia del terminale di programmazione che si può utilizzare.

Potrebbe quindi succedere che la scelta migliore, quindi la più economica, passi attraverso l’acquisto di un PLC di prezzo più elevato di altri.

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