Robot positronici, saranno gli automi del futuro?

Robot positronici, saranno gli automi del futuro?

Se hai creato una macchina cosciente non si tratta della storia dell’uomo, questa è la storia degli dei.
(DOMHNALL GLEESON – Caleb Smith)

 

robot positronici sono creature immaginarie nate dalla penna di Isaac Asimov, il più influente e prolifico  scrittore di fantascienza del ventesimo secolo.
A differenza di Frankenstein, i robot positronici non si ribellano al loro creatore. Hanno per lo più una forma umanoide e sono “lieti di poter servire”, come ripete a ogni comando Andrew, il robot protagonista del fortunato racconto “L’Uomo Bicentenario”, da cui è stato tratto anche un film sui robot con Robin Williams.

Robot positronici, le leggi della robotica come unico limite
Dotati di un cervello in grado di riprodurre gli stessi processi cognitivi dell’uomo, i robot positronici imparano da soli e prendono decisioni autonome. La loro libertà è limitata solo dalle tre leggi della robotica, che, come spiega lo stesso Isaac Asimov, “non si discostano assolutamente dalle norme di condotta che regolano gran parte dei codici etici esistenti al mondo”.
Questi tre principi, infatti, obbligano i robot positronici a rispettare gli ordini e a non fare nulla che possa danneggiare l’uomo. Su di loro, utili e protettivi, si può fare insomma pieno affidamento. Asimov ne è talmente “innamorato” da far dire a un suo personaggio: “A me piacciono i robot e mi piacciono di gran lunga più degli esseri umani. Se è possibile creare un robot capace di fare il pubblico funzionario, penso che sarebbe il miglior funzionario possibile” perché “secondo le leggi della robotica non è in grado di esercitare la tirannide, è esente da corruzione, stupidità, pregiudizi”.

I robot positronici non provano emozioni, tranne uno
Nel loro cervello positronico è installato un chip della personalità, ma per quanto siano dotati di una sofisticata intelligenza artificiale non possono provare emozioni, non colgono le diverse sfumature del linguaggio – interpretano tutto alla lettera – e non sanno gestire gli imprevisti. Una delle poche eccezioni è rappresentata – e qui tocca citare di nuovo “L’Uomo Bicentenario” – da Andrew Martin, il robot positronico più creativo immaginato da Asimov. Talmente diverso dai suoi simili da desiderare di essere libero.

Robot positronici, per ora sono solo una fantasia
Almeno per il momento, i robot positronici appartengono solo al mondo della finzione letteraria. Di androidi simili non c’è traccia nella realtà, anche se qualcosa inizia a muoversi. Si lavora a un grande obiettivo, che richiederà ancora anni di ricerca e finanziamenti per diversi miliardi di euro: creare un cervello artificiale, una forma di intelligenza artificiale in grado di riprodurre il funzionamento del nostro sistema nervoso. Riuscirci significherebbe iniziare a ridurre la distanza tra noi e i robot.

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